Carciofo spinoso: degustazione guidata
Hai mai partecipato ad una degustazione guidata? Io no, ma questo era vero fino a ieri sera.
L’appuntamento fissato nei locali ex Isola, nel cuore cagliaritano, fatto di vento e arenaria. C’era un tramonto pronto ad esplodere, un cielo pulito, di quelli tirati a lucido che solo un bel maestrale è in grado di portar sull’Isola. C’eravamo io, il mio passo affannato e una salita spaventosa, che per certe cose non ho più l’età, e magari nemmeno più il fisico, ma che comunque alla fine ho tagliato il traguardo.
Arrivata al Bastione di Santa Croce ho preso fiato, sono entrata nel locale e trovato Alessandra Guigoni nel suo delizioso cappotto rosso che mi salutava.
E’ stata lei ad invitarmi a questa bella degustazione guidata. Il protagonista era il carciofo spinoso, l’evento inserito all’interno di molti altri che insieme creeranno le trame della bella e croccante sagra del carciofo.
La sala, illuminata dai penultimi tocchi di sole era spettacolare. Chi vive a Cagliari a questi spettacoli ci fa l’occhio, ma io ancora non riesco. La pietra dei muri era come se volesse prendere vita, e poi c’erano quelle meravigliose fotografie di anziani protagonisti della mia Isola, sorridenti, fieri, saggi.
Carciofo spinoso: la degustazione
Veniamo a noi. La degustazione è stata guidata dalla Laore in maniera piuttosto divertente. L’evento aperto dal Sindaco di Samassi. Per quanto il carciofo spinoso (in casa non se ne usano di diversi) io lo conosca piuttosto bene… bene non è mai abbastanza quando si parla di cose sarde.
Siamo partiti valutando il profumo del carciofo, messo a confronto con il cardo. La stima olfattiva è stata una delle più difficili, ma nessuno si è perso d’animo. Abbiamo annusato il cardo e immediatamente dopo spogliato di 20 foglie (le bratee) il capolino che avevamo davanti. Il carciofo ha un intenso profumo di cardo, ci hai mai fatto caso? Ma anche di olio evo ed erba appena tagliata. Lo sapevo da sempre, ma non me n’ero mai accorta.
Seconda fase la stima gustativa: abbiamo valutato la croccantezza (metro di paragone il cetriolo). Ho scoperto che il croccante ha molto a che vedere con l’udito e che più le cose crocchiano, più ci piacciono. Il cetriolo era di certo più croccante, ma il carciofo non si è fatto intimorire.
Per valutare la tenerezza abbiamo fatto ricorso alle foglie di belga. La tenerezza per farla semplice è relativa al grado di resistenza che l’alimento fa durante la masticazione. Se la belga si scioglieva in bocca il carciofo spinoso ha venduto più cara la sua polpa.
E’ seguita la valutazione della carnosità. Il parametro si riferisce alla quantità di liquidi che l’alimento rilascia nel momento in cui lo stai masticando. Metro di paragone ancora una volta una foglia di belga. Provaci anche tu a casa, scoprirai che è piuttosto divertente prestare attenzione a tutti questi dettagli.
“Portate la soluzione zero”. D’accordo, tutti i presenti si sono chiesti cosa diamine fosse.
Acqua, semplicissima acqua. E’ servita per lavare la mucosa boccale, come l’ha più volte chiamata la nostra guida. Abbiamo poi valutato gradi di dolcezza di due soluzioni successive, la 1 e la 2 per poi assaggiare il carciofo. Non avevo mai notato quanto il carciofo spinoso fosse dolce.
La penultima valutazione era relativa al grado di amarezza del carciofo. Metro di paragone la belga e le puntarelle: il carciofo si è meritato una piacevole via di mezzo.
Infine l’astringenza. Hai presente quando metti in bocca un cachi che non è maturo? Ecco quella sensazione di lingua accappiara, legata, come diciamo noi a Cagliari… ecco quella è l’astringenza. Per valutarla abbiamo assaggiato prima la polpa di una banana, e poi la parte bianca aderente alla buccia. Disgustosamente astringente. Quelli erano i nostri metri di paragone. Poi abbiamo assaggiato il nostro carciofo spinoso. A ogni valutazione dovevamo indicare un numero su ipotetiche scale che andavano da 1 a 10. La scheda l’abbiamo poi consegnata e dimenticata.
Quello che non posso dimenticare è stata la consapevolezza che questo genere di degustazione mi ha regalato e il desiderio di partecipare, il prima possibile, a nuove degustazioni… magari di olio?
C’erano altre food blogger come me: io ho incontrato Marica Bochicchio con la sua travolgente simpatia.
In conclusione un’esperienza piacevole, di quelle che ricordi con un sorriso, di quelle che è stato belle viverle ma ripeterle sarà ancora meglio.
Curiosità
Qualche curiosità? Per valutare la freschezza del carciofo odoralo: gli ortaggi che non sono più freschi non emettono odore. Premilo e vedi se cambia forma, taglia una foglia e vedi se crocchia ma soprattutto dai uno sguardo alle bratee: devono essere aderenti al capolino.
Per conservare qualche giorno il carciofo fai conto che sia un fiore: mettilo in vaso ma taglia le foglie sul gambo.
Quando invece lo stai pulendo evita il limone che ne altera le proprietà: prova invece con acqua ghiacciata, gassata o con della farina.
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