Dolci come il miele: i coricheddos de mele
La prima volta che ho visto e assaggiato questi dolcetti ero in un piccolo b&b in località di Sassari: deliziosa la struttura, deliziosa la colazione. La vecchietta, proprietaria dal carattere d’acciaio e dalla voglia di cento leoni ci ha letteralmente risvegliato i sensi con queste piccole delizie.
– Si chiamano corittecheddos, sono i dolcetti della sposa
– Sono troppo belli per essere mangiati!
– Ma va! Sono fatti per essere mangiati.
A farli sono le donne sarde, in origine quelle di Nuoro e dei dintorni, oggi tutte le piccole donnine di buona volontà, perché diciamocelo serve tanta pazienza, tanta passione, tanto tempo e gli strumenti giusti. Io mi sono divertita, ma avrai modo di scoprire che a me divertono le cose che fanno andare fuori di testa tutti gli altri! Ho sempre pensato che farli in casa fosse impossibile e invece no: si può fare, e a vedere il risultato, con un po’ di impegno si può fare anche piuttosto bene.
Chi
Coriccheddos ( la versione più piccina dei Coros), durchicheddos de mele
Dove
Nuoro
Quando
In occasione dei matrimoni
Cosa – per la pasta
- 175 gr di farina;
- 175 gr di semola fine;
- 35 gr di strutto;
- 1 cucchiaino di zucchero semolato;
- Acqua qb;
- 1 pizzico di sale.
Cosa – per la farcia
- 250 gr di miele;
- 250 gr di farina di mandorle;
- 2 scorze di arance essiccate e tritate.
Come – la farcia
Metti in un pentolino il miele e la farina di mandorle insieme con le scorzette d’arancia. Sono profumatissime non trovi? Cuoci a fuoco bassissimo continuando a girare il composto con un cucchiaio in legno. Dopo una decina di minuti, forse meno si inizierà a staccare dalle pareti e dal fondo durante la costante rimescolata. A quel punto è pronto. Versa la palla di miele e mandorle su un tagliere coperto di carta forno e lascia freddare per qualche minuto. Dopo di che stendi il composto in modo da realizzare una sfoglia alta circa un centimetro (io ho usato due fogli di carta forno) e infine ricava con le formine o a mano libera le figure che vorresti realizzare. Metti in frigo e dedicati alla pasta.
Come – la pasta
Lo sai, impastare la semola non è per niente facile, ma 350 grammi si lasciano lavorare con una certa facilità. Unisci farina, strutto, sale, zucchero e acqua e si parte. Impasta per bene e in breve tempo otterrai un risultato a cinque stelle: pasta liscia, elastica e profumata! Altro che impastatrici.
Prendi la macchinetta per fare le sfoglie, lavora la pasta e per ottenere le sfoglie finali impostala sullo spessore più fino, nel mio caso 6.
Stendi la pasta, posiziona sopra la formina di miele precedentemente ritagliata, copri con dell’altra pasta, ritaglia i bordi a piacere e decora. Te lo dico fin da subito: ci vuole tempo e una sedia comoda, ma il risultato ti farà brillare gli occhi! Mi hanno dovuto staccare dalla forza dai miei coricheddos, non smettevo di fotografarli!
Gli strumenti
Hai necessità di un tagliere, di una macchinetta per stendere la pasta (è necessario sia davvero fina), di una arrodixedda e delle pinzette per la decorazione.
Leggende e curiosità
Oggi li si prepara quando se ne ha desiderio, ma un tempo si trattava dei tipici dolcetti da matrimonio. Venivano regalati in numero dispari (nove coros) alla sposa della madre, dalla suocera o dalla madrina. Li si posizionava su un letto di grano e fiori contenuto in grandi canestri. Più grandi erano, più si aveva stima della famiglia e ieri come oggi erano delle vere e proprie opere d’arte con palese valenza simbolica e scaramantica. Li si poteva colorare con l’uso di spezie, liquori o erbe e normalmente li si modellava in forma di croce, uccello, grappolo d’uva, chiavi, porcospini, colombe, agnelli, corni, astucci con aghi e spilli etc. In uno dei nove coros venivano rappresentati quelli che sarebbero stati i doni che il marito avrebbe fatto alla moglie. Comunemente si trattava di rosario, bottoni, anello e collana.
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