Culurgionis innamorati ai carciofi e barbabietola
Mettere le mani in pasta è sinonimo d’amore, perché quando si impasta non lo si fa mai per sé stessi, ma sempre per gli altri. E gli altri possono essere il proprio compagno, la cara amica che non si vede da tempo, i genitori, i figli, i nonni o conoscenti sui quali si desidera fare colpo.
Ebbene io per fare colpo sulla mia famiglia, della quale sono profondamente innamorata, oggi ho messo le mani in pasta e la pasta era rigorosamente color vinaccia.
Ho riempito la pasta con qualcosa di particolarmente gustoso e annodato la sfoglia in spighitta.
Ecco la ricetta.
Per la pasta
600 gr di semola fine di grano duro (meglio se senatore capelli)
1 presa di sale
230 gr di barbabietola
Per il ripieno
1 kg di patate rosse
200 gr di pecorino stagionato
200 gr di viscidu
5 carciofi
1 cucchiaio di strutto
1 spicchio d’aglio
prezzemolo
Procedimento
La ricetta rivisita leggermente quella tradizionale, colorando la pasta con la barbabietola e insaporendo il ripieno con i carciofi che in questo periodo sono davvero deliziosi e a chilometro zero.
La pasta si prepara alla solita maniera, mescolando la semola, il sale e la barbabietola precedentemente frullata e resa una vera e propria purea. Aggiungi se necessita dell’acqua tiepida e lascia riposare. In inverno copri con un panno da cucina, in estate sigilla la pasta con la pellicola.
Per il ripieno devi aver bollito precedentemente le patate (con la buccia) in acqua salata. Quando saranno tiepide spellale e schiacciale con l’aiuto di una forchetta o dello schiaccia patate.
Intanto soffriggi i cuori di carciofo tagliati a dadini con strutto, aglio e prezzemolo. A fine cottura trita finemente e mescola alle patate. Aggiungi i formaggi e procedi nella realizzazione dei tuoi culurgionis / nes.
Per saperne di più
Nei culurgionis tipici, prima della comparsa della patata in Sardegna il ripieno doveva essere a base di formaggio. Si parlava allora di culurgionis de casu. La chiusura a spiga era di buon auspicio: più era precisa e bella la spiga, più l’annata sarebbe stata prospera. Venivano preparati in occasione di tutti i morti e spesso offerti ai parenti che tra il 30 ottobre e il 2 novembre si riteneva sarebbero tornati in visita nel mondo dei vivi.
Per saperne di più leggi Alla scoperta dell’America in Sardegna. Alessandra Guigoni ne racconta per tutti i gusti o visita i miei post precedenti.
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